Premio Carriera 2023

Claudio Verna

Nasce a Guardiagrele, in provincia di Chieti, nel 1937. Dal 1942 al 1956 studia in Umbria, poi all’Università di Firenze nella facoltà di Scienze politiche, dove si laurea con una tesi in sociologia sulle “Arti figurative nella civiltà industriale”. Alla fine degli anni 50, a Firenze tiene le prime mostre di rilievo. Poi nel 1961 approda a Roma. Per alcuni anni rinuncia alle esposizioni per sperimentare e definire in totale autonomia il pensiero e gli strumenti della propria ricerca.  Nel 1967 torna ad esporre, ormai definitivamente convinto delle ragioni “antiche e irrinunciabili” della pittura.  È il periodo della “Pittura analitica”, volta ad una riflessione sul fare arte oggi e sul rapporto con la tradizione moderna. Raggiunta la maturità espressiva, la pittura di Verna “si articola tra le polarità di un estremo rigore e di un intenso abbandono emotivo”. Protagonista assoluto dei dipinti è il colore e la sua capacità di assumere i valori massimi della saturazione e della luce. Dopo il debutto alla Galleria Numero di Firenze nel 1960, sono oltre cento le personali allestite in Italia e all’estero, tra cui la Biennale di Venezia nel 1970 e nel 1980, e le antologiche nei Musei di Gibellina nel 1988, Spoleto nel 1994, Ferrara nel 1997, Conegliano nel 1998, Treviso nel 2000, L’Aquila nel 2007 e la Fondazione Mudima di Milano nel 2012.

Contemporaneamente è presente in numerose mostre collettive e rassegne internazionali tra Düsseldorf, Londra, Philadelphia, Copenaghen, Rotterdam, Stoccolma, Darmstadt, Colonia, Mosca, Leningrado, Grenoble, Nizza, Praga, Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro e in numerose città italiane. Numerosi i riconoscimenti. Nel 2008 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli conferisce il Premio “Antonio Feltrinelli” per la pittura. Viene nominato Accademico nazionale dell’Accademia di San Luca. Nel 2010 esce il Catalogo Ragionato del suo lavoro, a cura di Volker W. Feierabend e Marco Meneguzzo, per la Silvana Editoriale. Tra le recenti mostre personali figurano: alla Gallery Marc Selwyn Fine Art, Los Angeles, 2015; alla Cardi Gallery di Londra allestita nel 2018 e dedicata ad una selezione di opere realizzate tra il 1967 e il 2017; alla Galleria Monitor di Roma, sempre del 2018, dal titolo “Discorso sul segno”. Tra le mostre collettive: “Pittura analitica. Ieri e oggi” (solo opere recenti), Galleria Mazzoleni, Torino; “Pittura analitica. Origini e continuità”, Villa Contarini di Piazzola del Brenta e Rocca di Umbertide, entrambe del 2017; “Abstracta” (da Balla alla Street art), allestita al Museo Gagliardi di Noto; “1968. Un anno”, CSAC/Centro studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; “Carte” (dal Futurismo ad oggi), Galleria Edieuropa, Roma, queste ultime del 2018.

Per maggiori informazioni: http://claudioverna.it

ESTRATTI DI ANTOLOGIA CRITICA

1979 – Maurizio Fagiolo
Il primo momento della ricerca (e l’ultimo, perché ognuna di queste proposte vale per tutto il percorso di Verna) è quanto mai imprevedibile. Il pittore dichiara prima di tutto di non conoscere il fine della ricerca, di non aver già catturato l’impalpabile essenza del Quadro: sa di non sapere. A la recherche… allora (con tutto il carico di Memoria che questa operazione sottintende). Tratto da: Claudio Verna, Giancarlo Politi Editore, Milano, 1979

1978 – Marcello Venturoli
Forse Claudio Verna è il più tipico e il più a “tutto tondo” fra i pittori che hanno cominciato ad avere successo nel 1970 e che lo hanno mantenuto ed ampliato in questo quasi decennio: basterebbe il secondo traguardo biennalino di adesso, oltre che la mostra personale alla Marlborough l’anno scorso. E poi la fraterna stima di artisti italiani e stranieri sulla breccia internazionale prima di lui, da Dorazio a Smith, il fatto di costituire, insieme con Battaglia, Olivieri, Guarneri, Gastini, Griffa (Raciti e Vago sarebbero i “cugini” della loro famiglia, non ortodossi, pittori d’avventura; Ma Raciti, come scrissi più si straluna e si diversifica, più è lui) una linea operativa ben precisa, chiamata in varia guisa “neo pittura”, autonomismo cromatico, anti-quadro del nuovo spazio visitato, serialismo qualitativo, esperienza del dato non acquisito e del far pittura via via, opera come antirealtà – ovviamente di una realtà che ha fatto il suo tempo. Tratto da: Ritratti clandestini: Claudio Verna, “II Giornale”, Milano, 3 novembre 1978

1983 – Simonetta Lux
Claudio Verna fa la pittura e dipinge la pittura, identificando la sua verità materiale con la sua virtualità, guidandola e lasciandosi guidare, unendo il principio di illusione al principio di realtà. Ogni sua proposta ed opera si presenta coerentemente contraddittoria, lucidamente ambigua, suscitando ogni volta il piacere dell’impossibile scoperta della «regola», che – infatti – fonda la pittura nell’esserne negata. Tratto da: L’immagine che comunque si rivela, catalogo personale Galleria Mèta, Bolzano, gennaio 1983.

1980 – Laura Cherubini
“In tutti questi anni, mi sono spesso fatto questa domanda: la pittura, nonostante il peso enorme della tradizione e dei con­dizionamenti storici, ha sempre la capacità di proporsi come disciplina per fare arte, e possibilmente grande arte?” Tratto da: Quell’“indizio” che l’autore ci ha lasciato, “Avanti”, Roma, 9 marzo 1980

1986 – Flaminio Gualdoni
Sono passate finalmente molte acque, sotto il ponte delle petizioni di principio e delle giaculatorie onnicaptanti. E la pittura di Claudio Verna è ancora qui, alle soglie di un’akmé fatta di saporosi azzardi qualitativi, di toni espressivi tutti maggiori, anziché del corrispondere meccanico alle ragioni contingenti di un clima. Tratto da: Claudio Verna, immagini di pericolo, catalogo personale Galleria N 2 / Nuova 2000, Bologna, 1986

1987 – Filiberto Menna
Periodicamente mi incontro con Claudio Verna, ormai da moltissimi anni, e il mio compito diventa a un tempo più facile e più difficile, giacché l’artista e il crìtico s’intendono con empatetica immediatezza quasi su tutto mentre i margini di parola si fanno più stretti. Meglio far parlare, allora, direttamente l’artista, tentare una costruzione del discorso critico attraversando i suoi pensieri e le sue parole. Tratto da: Claudio Verna, La notte di S. Silvestro, catalogo personale Studio Ghiglione, Genova, febbraio 1987.

1987 – Luciano Caramel Claudio Verna, artista abruzzese (di Guadiagrele) trapiantato a Roma, tra i maggiori della generazione «di mezzo», torna a Milano con un’importante personale di opere recentissime, quasi tutte di quest’anno. Tratto da: Emozione e gesto. Opere recenti di Claudio Verna, “II Giornale”, Milano, 29 novembre 1987.

1987 – Elena Pontiggia
Lo spazio della pittura è un muro, ma tutti gli uccelli del mondo vi volano dentro». Nicolas De Staёl. La modernità, in Pittura, nasce da un’inimicizia con lo spazio. Quando De Stael scrive: «Lo spazio della pittura è un muro» si serve di una metafora che non si adatta a tutta la pittura, ma solo a quella che, tra non pochi equivoci, si è definita moderna. Tratto da: Claudio Verna, “II muro della pittura”, catalogo personale Galleria Morone 6, Milano, novembre 1987.

1998 – Fabrizio D’Amico
Il 1959: è un anno lontano, ormai, quello che ha segnato l’avvio della pittura di Verna. E, per la pittura, il lungo tempo che è trascorso, da allora ad oggi, non è stato un tempo facile. Tratto da: Il cerchio di Verna, in monografia Electa, antologica Palazzo Sarcinelli, Conegliano, dicembre 1998 – gennaio 1999.

1998 – Marco Goldin
Qualsiasi critico che si sia occupato, soprattutto in questi ultimi anni, di Claudio Verna, e naturalmente mi includo in questo gruppo, si è trovato a porre l’accento sulla sua capa­cità di esercitare una continua, e ormai lunga, riflessione sul proprio lavoro. Cosicché le sue parole scritte sono entrate, e tuttora entrano, a far parte di quanto sulla sua pittura si è detto. Tratto da: L’arco nel cielo in monografia Electa, antologica a Palazzo Sarcinelli, Conegliano, dicembre 1998 – gennaio 1999.

2010 – Marco Meneguzzo
Per comprendere cosa questo attributo possa significare per il contesto in cui vive l’artista sarà necessario percorrere analiticamente tutta la sua attività, dagli esordi attorno al 1959, al lungo periodo di appartata maturazione a metà anni sessanta, all’impetuoso successo a cavallo del 1970, alla riflessione sulla pittura come mezzo, strumento e linguaggio dalla fine di quel decennio ad oggi. Tratto da: Claudio Verna, pittore, Catalogo ragionato, Fondazione VAF, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2010.

2010 – Volker W. Feierabend
Quando aFirenze, all’età di circa vent’anni. Claudio Verna decise di fare il pittore, la pittura, regina delle arti, disciplina per la quale gli auguri della critica profetizzavano in quei giorni, quasi unanimemente, un futuro oscuro, non sembrava promettere grandi cose. Tratto da: Pittura essenziale e colore tra ordine ed eccesso, razionalità e istinto. Tappe evolutive nell’opera di Claudio Verna, Catalogo ragionato, Fondazione VAF, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2010.

UN NUOVO CURATORE PER IL PREMIO, IL PROF MASSIMO BIGNARDI

Concluso l’incarico del prof Flaminio Gualdoni, il comitato scientifico ha incaricato il professor Massimo Bignardi di occuparsi della curatela del Premio. Con competenza il prof Bignardi si occuperà della composizione delle mostre e dei cataloghi per triennio 2023-2025. Massimo Bignardi ha studiato, con Enrico Crispolti, Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Salerno, laureandosi nel 1977. Già professore di ‘Storia dell’Arte contemporanea’ e di ‘Arte ambientale e architettura del paesaggio’, presso Università di Siena, dal 2008 al 2016, ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici. È stato commissario della XI (1986) e XIV (2003) Quadriennale d’Arte Nazionale; del Premio Termoli (1989); della XIII Biennale d’Arte Sacra (2008), della XXXII Biennale di Alatri.

Massimo Bignardi

È, dal 2002, direttore del Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea Baronissi e, dal 2012, della rivista “GeaArt. Periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative”. Dal 2012 al 2014 è stato membro del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca internazionale di “Storia delle arti e dello spettacolo” (Pegaso) Università di Firenze-Pisa-Siena; dal 2015 è nel comitato scientifico internazionale della rivista “Iconographica. Studies in the History of Images” e dal 2017 in quello della rivista “Ceramica e arti decorative del Novecento”.

Ha curato l’ordinamento di significative mostre come: “Picasso. La seduzione del classico” (2005); “Prospettive dell’urbano. Dieci scultori per le periferie di Siena”, (2011); “Amerigo Tot. Le strade verso il Mediterraneo” (2013); “Ugo Marano. Sculture, mosaici, disegni, ceramiche, dipinti e performances 1965-2011” (2014); “CascielloPompei” (2017). Nel 2015 ha collaborato alla mostra “Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina” (Stoccolma e Berlino, 2014). Nel 2018 ha curato la mostra dedicata a Pino Pascali per il cinquantennale della morte, mentre nel 2021 quella “Daniel Spoerri e ai suoi amici del Nouveaux Réalisme”.

Il Comitato Scientifico di questa edizione composto da:
  • Giovanni Iovane, presidente, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera;
  • Franco Marrocco, pittore e docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera;
  • Alessandro Savelli, direttore artistico della Libera Accademia di Pittura di Nova Milanese.
Il Comitato Scientifico ha designato come curatore di questa edizione:
  • Massimo Bignardi, già docente di Storia dell’Arte contemporanea e di Arte ambientale e architettura del paesaggio all’Università di Siena, ove ha diretto, per diversi anni, la Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici. Impegnato nella direzione di stimati enti museali e nelle commissioni di importanti premi artistici, nonché prolifico autore di pubblicazioni, il prof. Bignardi si occuperà della curatela delle mostre per le prossime tre edizioni, fino al 2025.
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